Herbert Hoffman. Una persona straordinaria.
Condivido con te un bel ricordo che resterà fra i ricordi più belli della mia carriera, è successo circa una decina di anni fa.
Ho conosciuto molte persone nel corso degli anni, ma mai una persona tanto speciale, la stima che mi legava a questo uomo era come molti possono immaginare motivata dal fatto che l’ ho sempre visto come una leggenda vivente del mondo che io ho sempre cercato, di essere parte.
Herbert è sempre stato un mito che nel sogno di noi che ci avvicinavamo a questa arte rappresentava il punto che tutti sognavamo di raggiungere.
Per questo quando dopo l’ ennesimo incontro in una delle varie Convention che lui ancora oggi visita, rimasi stupito del fatto che alla mia domanda “quando mi fai un tatuaggio?” egli rispose anche oggi, ormai sapevo che lui non tatuava più in studio vista l’ età e i problemi legati alla vista, e quando mi disse così fui subito entusiasta e mossi subito una bella folla di persone tutte incuriosite di poter vedere il mito, la leggenda che su libri e libri ha lasciato il suo segno di semplicità e essenziale sintesi del segno.
Con molta emozione andai al mio stand e cominciai a preparare il tutto in modo che una volta arrivato Hoffman avrebbe potuto scegliere le attrezzature che preferiva per eseguirmi quel tatuaggio che mi aveva promesso. Passarono pochi minuti e col suo sorriso semplice e sempre gentile arrivò e con l’ entusiasmo generale delle persone che si erano nel frattempo radunate intorno allo stend, mi chiese: cosa vuoi fare? Alla domanda di Herbert, risposi fammi quello che vuoi tu, e aggiunsi vorrei un tatuaggio che ti rappresenta.
Fu così che Hoffman mi propose il tatuaggio dell’ ancora con le due H che è appunto il suo simbolo. Fui subito entusiasta della cosa e iniziammo i preparativi, con estrema naturalezza, come solo chi ha per anni e anni praticato questa professione, Herbert scelse l’ atrezzatura per eseguire il tatuaggio, nel frattempo anche gli altri tatuatori che si erano radunati intorno allo stand, iniziarono a domandarmi se era possibile che Hoffman avesse tatuato anche loro e grazie alla particolare vibrazione che si poteva respirare nell’ aria, quei sogni poterono ben presto prendere forma.
Tutti questi tatuatori, con la stima e il rispetto che si ha nei confronti di chi si è ammirato per anni, vedevano realizzato il loro sogno. Fu così che in quell’ occasione diversi tatuatori videro coronato il loro sogno.
Tornando a me quando Herbert finì di eseguire il tatuaggio, gli domandai di pagare il suo lavoro, egli mi rispose la famosa frase “un suvenir non si paga”, e non lo fece solo con me ma anche con gli altri tatuatori che dopo di me, si tatuarono da lui, facendolo lavorare fino a tarda notte.
In noi è e rimarrà sempre il ricordo non solo di una leggenda, ma anche di un uomo dal cuore grande come una casa, che come un padre ci ha regalato il sogno che quel tatuaggio rappresentava.
Se dovessi descrivere Hoffman come tatuatore, direi che è che la semplicità del tuo disegno rispecchia la coerenza del suo cuore, generoso e gentile, che ha saputo regalarci un sogno e una scuola di vita.
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